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Roma capovolta: l’informazione dal basso…

No more barbie please! Inaugurata la mostra fotografica di Benedetta Montini

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di Ylenia Sina

Una risata spontanea, libera nelle linee incontrollate di un volto deformato dalla pura emozione e sfocato nella velocità di una corsa in bicicletta. Unica identità di un corpo di donna vestito di bianco senza il dovere di essere sposa. «No more Barbie please!» è il titolo dell’esposizione fotografica di Benedetta Montini inaugurata ieri pomeriggio (fino al 24 ottobre) alla libreria Odradek in via de’ Banchi Vecchi. La mostra, a cura de La Scimmia Inappuntabile, associazione composta da donne provenienti da tutto il mondo, è un appello contro l’iper-prestazione estetica richiesta alle donne di oggi. Tramite le immagini l’artista propone un affrancamento dal modello della famosa bambola statunitense, alta, bionda, senza età, anoressica al silicone, per rappresentare dei volti autentici, dai contorni ruvidi e selvatici. Scatti imprecisi rubati al movimento di una telecamera che riprende le performance artistiche della compagnia teatrale con la quale Benedetta lavora. «Il teatro permette alla persona di scavare dentro di sé e trovare così la parte più spontanea e animale» racconta l’artista indicando l’immagine sgranata di una ragazza bionda con il volto teso e le spalle incurvate: «il soggetto di questa fotografia è in realtà una ragazza carina ma in queste immagini la sua forma ricorda  le sembianze di una bestia, un mostriciattolo». Donne giovani, vecchie, mamme, lesbiche, straniere, donne di Roma, donne dunque nel farsi del teatro che riporta il femmineo in uno spazio selvaggio, non codificato dalla moda, dalla società, per contrastare il modello femminile inteso come oggetto e reclame del consumo. «La ragazza che balla il tip tap è una giovane artista di strada nord  americana» mi racconta indicando una sequenza di immagini «in questi fotogrammi interpreta il ruolo di Otello. Una sperimentazione teatrale nella quale il personaggio sheakespeariano è una donna e balla il tip tap. L’ ho ripresa per più di un’ora e insieme abbiamo scartato i fotogrammi nei quali non si riconosceva proprio. Questa è la sequenza che ho scelto dal materiale rimasto da quella prima selezione». Da tempo Benedetta Montini si occupa del tema della resilienza, quale capacità di auto-ripararsi, impiegando il teatro, e tutte le forme d’arte e di creatività in generale, quali strumenti di cura, gesti extra quotidiani che favoriscono l’uscita dal disagio. Abbiamo lavorato nelle carceri, con le donne dei centri antiviolenza, con i tossicodipendenti, disabili, rifugiati politici, ora stiamo sostenendo un progetto in una clinica di cura per le malattie mediterranee».

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